Sulle intolleranze alimentari i test sono inattendibili e inutili

L’allergologo risponde

Prendendo spunto dalla domanda di una lettrice, l’esperto fa chiarezza sulle differenze tra intolleranze ed allergie e soprattutto sui sistemi di diagnosi "alternativi", scientificamente inaffidabili

risponde GUIDO MARCER * a cura di IRMA D’ARIA

* Il professor Guido Marcer è responsabile del servizio di Allergologia del dipartimento di Medicina ambientale e sanità pubblica - Medicina del lavoro dell’università di Padova

Il rebus dei test sulle intolleranze

Domanda - Ho eseguito un test ALCAT per le intolleranze alimentari e sono risultata allergica, in fascia arancione (grave), al malto. Il mio ginecologo per la sindrome premestruale mi ha consigliato di assumere Puellae, un integratore alimentare. Leggendo gli ingredienti ho, però, notato che in alcuni eccipienti (agnocasto e olio di enothera) sono presenti Maltodestrine. Dato che sono allergica al malto, vi chiedo cortesemente: posso assumere il farmaco o sarebbe meglio evitare?

Risposta - Il problema delle intolleranze alimentari e dei test diagnostici correlati necessita di alcune precisazioni per fare chiarezza su un tema molto sentito e discusso. Per una rapida risposta alla sua domanda, si può passare direttamente alle conclusioni. Le intolleranze alimentari si distinguono dalle allergie alimentari per l’impossibilità di dimostrare la presenza di anticorpi della classe IgE rivolte verso antigeni alimentari. Le intolleranze alimentari possono essere causate da fattori propri dell’alimento, come contaminanti tossici (ad es. tossine presenti nei funghi), da proprietà farmacologiche dell’alimento (istamina o tiramina in pesci, crostacei o formaggi stagionati, solfiti in bevande fermentate) o da infezioni gastrointestinali.

Disturbi digestivi possono essere causati da patologie del tratto gastrointestinale oppure da specifici disordini metabolici del paziente come il deficit di lattasi con intolleranza al lattosio (zucchero presente

nel latte e latticini) o di altri enzimi digestivi. Un caso particolare è la malattia celiaca, dovuta a una reazione immunologica innescata dall’ingestione di glutine. Le intolleranze legate a reazioni allergiche o alle proprietà dell’alimento vengono facilmente riconosciute dal paziente (i sintomi si presentano solo in seguito all’assunzione di un particolare cibo), mentre le patologie legate al paziente richiedono un percorso diagnostico specialistico e test specifici per ciascuna malattia.

La sintomatologia è prevalentemente gastrointestinale. Non sono riferibili a intolleranze alimentari: cefalea, depressione, scarsa concentrazione, dolori articolari, congiuntiviti, edemi e sovrappeso, cellulite, infezioni ricorrenti, ecc., come viene riportato in numerosi siti consultabili in Internet.

Per le allergie alimentari è necessaria un’accurata visita allergologica e sono disponibili test diagnostici (dai test cutanei ai test di laboratorio, ai test di scatenamento) validati scientificamente.

Per le intolleranze alimentari invece non sono disponibili test attendibili. I cosiddetti test "alternativi": Kinesiologia applicata (DRIA test e simili), Test di citotossicità (Cytotoxic test o test di Bryan o ALCAT, ecc.), Test EAV (elettroagopuntura secondo Voll, Vega test, Sarm test, Biostrength test e loro varianti), Test di provocazione/neutralizzazione, Test di provocazione/ neutralizzazione sublinguale, Biorisonanza, Analisi del capello, Pulse test, Test del riflesso cardiaco-auricolare, Test Melisa, Mineralogramma, Iridologia, test Bioenergetico dei Virus e Batteri e simili non sono attendibili in quanto non sono in grado di individuare agenti causali di presunte "intolleranze alimentari", sono privi di validazione scientifica e non sono riproducibili.

Inutile e scientificamente infondata è anche la ricerca di anticorpi della classe IgG specifici per alimenti. I test citati, a cui appartiene anche l’ALCAT (Antigen Leukocyte Cellular Antibody Test), basato sullo stesso principio del Citotoxic test proposto nel 1956 e poi abbandonato nella pratica medica, oltre a non fornire informazioni utili dal punto di vista sanitario, sono costosi e possono indurre a diete inutili o dannose.

Con il termine malto si indica in generale il chicco di un cereale che ha subìto germinazione. Se non altrimenti specificato, con "malto" ci si riferisce comunemente al malto d’orzo, utilizzato nella produzione della birra, di liquori, del caffè d’orzo, del pane e di numerosi farinacei. Contiene uno zucchero, il maltosio, con potere dolcificante (ma non calorico!) inferiore al normale saccarosio da cucina. Il maltosio è formato da due molecole di zucchero. Le maltodestrine sono costituite da numerose molecole di glucosio. Si tratta quindi sempre di zucchero. E’ molto probabile che lei assuma abitualmente questi zuccheri nella dieta di tutti i giorni. In conclusione, non sono note allergie o intolleranze agli zuccheri ricavabili dal malto d’orzo. Il test ALCAT non dà risultati attendibili. Non vi sono controindicazioni all’assunzione dell’integratore Puellae.

In conclusione conviene sempre essere orientati da un Allergologo o un Nutrizionista per sciegliere il test più adatto alle proprie esigenze alla luce del quadro sintomatologico.